I leader più lungimiranti hanno già compreso che se, in tempi “normali”, produrre utili, digitalizzare i processi, sgomitare con la concorrenza era già un compito titanico, in tempi di “pandemia” gli ostacoli appaiono orami insormontabili.
Alcuni di loro cominciano a comprendere che hanno sicuramente bisogno di nuove strategie, ma soprattutto di nuove modalità per ottenere dei risultati. Elasticità e adattabilità stano diventando imprescindibili.
Gli approcci proposti dal mercato sino ad oggi, pur con indiscutibili meriti, si sono sempre rivelati “settoriali”, nel senso di essere rivolti a singoli dipartimenti o aree aziendali: il software per l’efficientamento della produzione, modelli di standardizzazione delle procedure e altri strumenti utili, ma che richiedevano tempi di implementazione medi e risultati limitati.
Oggi la necessità è quella di soluzioni più interdisciplinari, che guardino all’azienda in modo più globale e, soprattutto, con esiti rapidi. Non è compito da demandare ad un singolo dipartimento o manager.
I tre canali di input e output da considerare in questo processo di modernizzazione e velocizzazione sul mercato sono tre: esperienza (sguardo a ciò che di buono si è già fatto ed è ancora replicabile), business (mission, risorse a disposizione e identità aziendale) e tecnologia (sguardo al futuro e vision chiara). Il filo conduttore che unisce questi tre aspetti fondamentali del fare impresa sono le relazioni che le persone instaurano tra loro e con i clienti finali.
Alcune ricerche hanno rilevato come l’84% delle aziende che ottengono i migliori risultati in termini di profitto dai propri investimenti sulla digitalizzazione, sono quelle che hanno dedicato tempo ed energie anche a gestire il cambiamento che questa scelta comporta per i propri collaboratori.
Coordinare gli aspetti descritti, ovviamente, non è un risultato da ottenere all’improvviso, bensì un passo alla volta, come quando ci si allena per una performance sportiva: si affinano motivazione e conoscenze, si individuano le esperienze migliori e replicabili e si valutano strategie di business più evolute ed efficaci.
Il primo passo da fare è quello di riformulare i problemi.
Un allenamento efficace inizia sempre muovendo i primi passi e scaldando i muscoli. Bisogna comprendere cosa frena i risultati e stabilire mete chiare. Allo stesso modo, lavorando in team, se si ascoltano attivamente le persone, le si stimola al pensiero creativo e le si incoraggia a proporre soluzioni, invece che focalizzarsi sui problemi.
In secondo luogo, bisogna identificare le fonti di disagio, ponendo domande mirate e approfondendo gli argomenti all’interno del gruppo. Questo è il momento in cui vanno abbandonate formalità e gerarchie e va favorito il confronto tra individui. Uno strumento molto utile è quello del feedback immediato, per intervenire con modifiche rapide e acquisire nuove conoscenze sul campo.
Con il tempo, attraverso questi accorgimenti nella gestione delle risorse interne, i leader impareranno a superare i momenti di stallo e a mettere in risalto le esigenze del loro cliente interno, per renderlo più partecipe e produttivo.